Testo di Elisabetta Canoro

I mille volti del capoluogo macedone, seconda città della Grecia

Stimolante, divertente, cosmopolita, colta, ospitale, trendy. Salonicco è una città che non ti aspetti. Caleidoscopio di seduzioni, è lo specchio di una Grecia inedita e inattesa, un cocktail ben equilibrato di Ellade classica, memorie bizantine e modernità.

Il tutto inebriato da profumi balcanici e speziati lieviti ottomani ed ebraici. Che si tratti di un’altra Grecia lo si capisce subito, dopo aver sorvolato i paesaggi scarniti della Tebaide e quelli aridi dell’Attica: dall’oblò dell’aereo si svela all’improvviso la piana verdeggiante disegnata dalle geometrie dei campi coltivati e ritmata dalla grafia dei corsi d’acqua. Un cambio di scena repentino, dove è la natura ad avere la meglio, segnata da olivi e agrumeti, pioppi e vaste chiome di querce secolari.

E a far da cornice, un variegato sipario di cime montuose e il tormentato profilo roccioso della penisola calcidica che si arrende all’Egeo. E se il primo impatto con la città lascia spiazzati, non sorprende meno la sua scoperta.

Seconda città del Paese e capoluogo della Macedonia, Salonicco, in greco Thessaloniki, è la località più vivibile e dinamica del Paese, che stupisce per la sua anima molteplice, fatta di assonanze e memorie, di profumi e sapori, capace di sintetizzare in modo armonico e sublime le differenti radici mediterranee. E che cattura per la sua atmosfera, briosa e nostalgica al tempo stesso, protetta da un cielo striato di turchino e rosa antico, come l’ha immortalata Theo Angelopoulos nei suoi film.

Un passato glorioso

Porta d’ingresso della Calcidica, la leggendaria Tessalonica dell’antichità vanta una storia millenaria. Fondata nel 315 a.C. dalla dinastia macedone, fu un primario centro di scambi e commerci in epoca romana, poi in età bizantina e ottomana, prima di ottenere l’indipendenza e la riunificazione alla Grecia, nel 1912.

Dopo il 1922, al termine del conflitto greco-turco, accolse i profughi di stirpe greca espulsi dall’Asia Minore, mentre dal ‘500 alla Seconda Guerra Mondiale, ospitò la più popolosa comunità ebraica del Mediterraneo Orientale. Distrutta da uno spaventoso incendio nel 1917, venne in gran parte ricostruita su progetto dell’architetto francese Ernest Hébrard.

Ma del passato glorioso oggi rimangono tracce stratificate nella trama urbana, vivide testimonianze che narrano storie di dolore e sopraffazione, ma anche di tolleranza e convivenza. E così, nel centro storico, convivono chiese bizantine tutelate dall’Unesco e hammam ottomani, vestigia romane ed eredità medievali come la maestosa Torre Bianca (Lefkòs Pyrgos), simbolo cittadino, che guarda il mare.

A zonzo per la città moderna

Sull’impianto stradale romano, la città moderna si snoda lungo ariosi paseos tra edifici eclettici, teatri e bei portici. Per le strade, eleganti palazzi istituzionali si alternano a residenze Liberty del vecchio patriziato mercantile e metalliche geometrie déco.

Ci si muove tra moderni kafeneia, pasticcerie d’antan e boutique. Passeggiando ci si imbatte nella maggiore moschea eretta in suolo greco, l’Hamza Bey Tsami, nei resti dell’agorà ellenica e romana e nel Bey Hamami, l’edificio per i bagni voluto dal sultano Murad II nel 1444. Oltre il quartiere universitario e fieristico, Salonicco svela parchi verdi dove i ritmi si fanno più lenti e divertiti come succede lungo via Egnazia, l’arteria principale che corre parallela al lungomare.

Qui, sulla centrale Via Aristotelous e nei vecchi quartieri recuperati alle spalle del porto, come Ladadika, si concentrano caffè, ristoranti e locali, affollati a ogni ora del giorno e della sera. È qui che si possono assaporare le specialità Politiki, la cucina importata dai profughi dell’Asia Minore, ricca di aromi e spezie. Ma la mappa gastronomica della città, eclettica e variegata, soddisfa ogni tipo di palato.

In centro, per esempio, si gusta dell’ottimo pesce da Agkirovoli (via Startigou Kallari 11), anche se tra i più rinomati per chi ama il sapore del mare spicca lo storico Mauri Thalassa (via Anatolikis Thrakis, 63), aperto dal 1926, a Toumpa. Clochardpropone cucina mediterranea in un contesto incantevole. Da tenere a mente anche l’elegante Bistro all’interno dell’Hotel Excelsior, con un’offerta gourmet internazionale.

A spasso nella storia

Prima di arrivare all’arco di Galerio, detto anche Kamara, del 305, si dipana il fil rouge della ricca storia locale. A pochi passi l’una dall’altra si inanellano le chiese bizantine, quelle di Ypapandi e del Salvatore, la stupenda Panayia Chalchéon, l’imponente Akhiropoietos dall’icona taumaturgica con le colonne dai capitelli elaborati, la maestosa Ayia Sophia con i mosaici capolavoro del rinascimento bizantino, la chiesa di Ayios Dimitrios dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Affreschi medievali e le tracce imperiali di Bisanzio si scoprono nella città vecchia, dominata dalla fortezza Heptapyrghio e tagliata da strade anguste, con le case dai balconi incassati, le chiese di Ayios Nikolaos Orphanos e Osios David e il monastero di Vlátadhon.

Verso il mare è una tappa fissa il Civico Museo d’Arte Contemporanea, ma imperdibile è il Museo Archeologico, custode dei raffinati ori macedoni di Verghina e i diademi del tesoro ritrovato a Derveni. Da vedere anche il Museo bizantino, allestito nell’edificio concepito dall’architetto Kyriacos Krokos, con i racconti avvincenti di pietra e marmi, icone e paramenti, tombe paleocristiane e pavimenti musivi.

Ladàdika

A pochi passi dal porto, a Ladádika, vale la pena di perdersi tra le voci, gli odori e i colori pungenti del mercato coperto Modiano, pullulante di taverne e ouzerí. Alternativa e alla moda, Ladádika è una zona pedonale disseminata di caffè alla moda, birrerie, trattorie greche ed etniche.

Un tempo sede delle botteghe dei commercianti ebrei dell’olio (ladi in greco moderno significa proprio olio), è un antico quartiere del centro disegnato da vecchie case in pietra ristrutturate conservandone però l’architettura originale. Poi ci sono locali come il Mylos, in Andreadou Yiorghiou 56, spazio industriale convertito in live club, gallerie, ristoranti, affacciato sul porto, divenuto cittadella della musica, delle arti figurative e del teatro.

È in luoghi come questo che si rivela l’anima giovanile della città, indiscussa capitale del divertimento notturno, vivacizzata in primis dagli studenti dell’Università, la più grande e popolosa del Paese. Che si danno appuntamento in locali come il Privilege (Frixou, zona Fix), per scatenarsi a ritmo di musica techno.

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