Simi
Vicinissima alla costa turca, la tranquilla isola di Simi ha iniziato solo in tempi recenti a sfruttare la propria felice posizione per attrarre u n turismo ancora rispettoso dei valori culturali e ambientali locali. L’omonimo capoluogo per il suo porto naturale e per il Castello dei Cavalieri, situato nella parte alta dell’ abitato: da notare, sopra il portale , lo stemma nobiliare dei D’ Aubusson datato 1507. La forte devozione popolare e testimoniata dalle tredici chiese presenti in paese, alle quali vanno sommate le molte cappelle.

Le case neoclassiche che punteggiano l’ isola, costruite nell’ 800 dalla locale borghesia armatoriale, sono state in gran parte recuperate da stranieri che hanno eletto Simi come propria residenza. Nel sud dell’ isola, vicino a Panormitis, è da visitare il settecentesco monastero di San Michele Archangelo, luogo di pellegrinaggio tra i più visitati deil Dodecaneso: lo svettante campanile e i cortili in ciottoli rientrano tra le immagini più caratteristiche di Simi. Nella parte settentrionale si trovano invece i piccoli centri abitati di Pèdi ad Emboriòs: nei dintorni è inoltre possibile raggiungere ottime spiagge, in gran parte ghiaiose.

Tilos
Arida e rocciosa, Tilos è una meta ancora poco conosciuta e i suoi bei lidi sono quindi ancora relativamente poco frequentanti dai turisti. Un destino curioso per un’ isola che in epoca classica fu tanto prospera da spingere Erodotoa definire il secolo antecedente al proprio “ l’ età dell’oro di Tilos”. Nell’ estremità occidentale dell’ isoloto alla pendici del Monte Profitis Ilias si trova il Monastero di Agios Pandeleimon, patrono locale.

Verso est si estende una piccola pianura dove sorge Megàlo Choriò, moderna località portuale nata intorno a un’ antica acropoli, sopra la quale i veneziani costruirono un Kàstro, ora in rovina. Nei pressi dei resti della fortezza medievale di Messarià si apre la grotta di Kharkhadiò, dove scavi del 1971 portarono alla luce reperti nolitici e ossa di un elefante nano vissuto nel V millennio a.C. Il capoluogo, Livàdia, si trova in una suggestiva baia lungo la costa orientale.

Nissiros
L’ origine vulcanica è alla base della forma di Nissiros, insolitamente regolare rispetto alle isole vicine. La vicinanza a Kos ne fa una meta di escursioni giornaliere, in particolare al capoluogo Mandràki, piccolo porto alle tipiche case bianche; da visitare il castello dei Cavalieri di Rodi e la cappella di Panagià Spilianì, parte del principale monastero dell’ isola.

La visita al resto dell’ isola trova il principale motivo d’ interesse nelle manifestazioni vulcaniche, tra cui fumarole e sorgenti di acqua sulfurea di 2000 vie verticali e strapiombanti su roccia di calcare. Ma non solo, è un vero e proprio paradiso anche del diving e della pesca.

Leros
Basi militari e un famigerato ospedale psichiatrico hanno tenuto lontano per decenni il turismo balneare che caratterizza il resto del Dodecanèso. Un vero peccato da un lato, ma una fortuna dall’ altro, dal momento che le spiagge dell’ isola si mantengono ancora quasi deserte, anche in piena stagione. Il capoluogo Agia Marina è dominato dal castello, costruito nel medioevo e modificato dai Cavalieri di Rodi. A centro di un’ ampia e sicura insenatura sorge Lakì, uno dei porti naturali più grandi dell’ Egeo e importante base navale all’ epoca del fascismo con il nome di Portolago; a questo periodo risale l’ organizzazione urbanistica dell’ abitato in chiave razionalista, uno dei progetti più felici della dominazione italiana del Dodecanèso.

Lipsi
Piccola isola a nord di Lèros e a est di Pàtmos, Lìpsi e prevalentemente collinare ed ha un solo, omonimo abitato. Il museo ecclesiastico del folclore offre un’ esauriente panoramica sui costumi locali e l’ artigianato tradizionale. Molte e tranquille spiagge dell’ isola, tra cui alcune sabbiose.

Astipàlea
Due massicci calcarei uniti da un sottile lembo di terra, cosi si presenta dall’ alto e sulla carta l’ isola di Astipàlea, ennesimo piccolo paradiso pressoché ignorato dalle principali rotte turistiche. Al contrario delle altre isole del Dodecanèso fu tra il 1207 e il 1522 feudo dalla famiglia veneziana Querini sotto il nome Stampàlia. Il capoluogo di Astypàlea rimanda negli scorci alle atmosfere tipiche delle Cicladi, con vicoli stretti, paesaggi coperti e numerosi edifici religiosi sparsi nei dintorni. Le bianche case si dispongono sul fianco di una collina alla cui sommità si trova il Castello, edificato nel duecento dai Querini, come si può notare degli stemmi presenti all’ interno. Il museo archeologico raccoglie reperti provenienti dagli scavi isolani: notevole un frammento di corona di fuori aurea risalente al III secolo a. C.

Kastelòrizo

“ Ci stavano mandando in missione a Megisti, un’isola sperduta dell’ Egeo, la più piccola, la più lontana, importanza strategica zero” . Cosi il tenete Montini descrive Kastelòrizo all’ inizio di “Mediterraneo”, presmio Oscar come miglior film straniero nel 1991. Proprio il capolavoro di Gabriele Salvatores è alla base della piccola rinascita turistica di quest’ isola , poco più di uno scoglio, che in antichità era chiamata Castelrosso. Le atmosfere, i sentieri, la vegetazione :
quasi qui è identico a come si può osservare nel lungometraggio, redendo la visita a questi luoghi una delle più curiose esperienze possibili nel Dodecanès. Il piccolo capoluogo, Megìsti, si dipsone intorno a un porto naturale ed è sorvegliato dai resti della fortezza dei Cavlieri di Rodi, il cui colore rosso è all’ origine dell’ antico nome dell’ isola. Un episodio di età ottomana ospita il Museo, interessante esposizione archeologica ed etnografica. Florestano Di Fausto, l’ architetto a cui si devono gran parte delle costruzioni italiane nel Dodecanèso, lasciò traccia a Kastelòrizo nel palazzo della delegazione(1926). Trai luoghi sacri spiccano l’ ottocentesca chiesa di Agios Kostantìnos, con colonne di reimpiego provenienti dal tempio di Apollo a Patara, e la moschea, restaurata nel 2007 e riaperta alle visite come museo.