Le isole Ionie sono state un possedimento marittimo estero della Repubblica di Venezia a partire dalla metà del XIV fino al XVIII secolo. La conquista delle isole avvenne gradualmente. Le prime ad essere state conquistate furono Cerigo e l’isolotto di Cerigotto, nel 1363. Ventitré anni dopo, Corfù entrò volontariamente a far parte delle colonie di Venezia. Dopo circa un secolo, Venezia conquistò Zante nel 1485, Cefalonia nel 1500 e Itaca nel 1503. La conquista fu completata nel 1718 con la presa di Leucade. Ognuna delle isole rimase parte dei possedimenti della Repubblica di Venezia fino a quando Napoleone Bonaparte sciolse la Repubblica nel 1797.

Le Isole Ionie sono situate nel Mar Ionio, al largo della costa occidentale della Grecia. Citera, la più meridionale, è appena al largo della punta meridionale del Peloponneso e Corfù, la più settentrionale, si trova all’ingresso del Mar Adriatico.

Il governatore delle Isole Ionie durante il periodo veneziano era il Provveditore Generale da Mar, che risiedeva a Corfù. Inoltre, le autorità di ogni isola erano divise fra veneziani e locali. L’economia delle isole si basava sull’esportazione di prodotti locali, in primo luogo uvetta, olio d’oliva e vino, mentre la lira veneziana, la moneta di Venezia, era anche la valuta locale. Alcune caratteristiche della cultura di Venezia vennero incorporate in quella delle Isole Ionie. La lingua italiana, per esempio, che venne introdotta nelle isole come lingua ufficiale (l’isola di Corfù, sede principale, aveva precedentemente avuto già numerosi contatti con altre parti d’Italia: dal regno di Sicilia a quello napoletano), venne adottata dalla classe superiore ed è ancora oggi abbastanza diffusa in tutte le isole.

A Corfù, come nelle zone limitrofe della regione greca e albanese dell’Epiro, infatti, non è difficile imbattersi tutt’ora nei segni che la repubblica della serenissima ha lasciato in quasi 500 anni di dominio. Notevole è stata l’influenza di Venezia nell’architettura, nel linguaggio, nei usi e nei costumi della regione che ancora oggi sopravvivono.

https://it.wikipedia.org/wiki/Isole_Ionie_sotto_il_dominio_veneziano

 

Influsso linguistico

L’influsso del veneto sui dialetti neogreci delle aree che hanno conosciuto la dominazione della Serenissima varia in base al dialetto (ed è spesso legato al lessico della nautica), ma in molti casi è stato fortissimo: basti pensare ad esempio che nel 1938 il linguista e filologo Henry R. Kahane (1907-1992) raccolse, nei dialetti delle Isole Ionie (che hanno fatto parte di Venezia sino alla caduta della Repubblica nel 1797), circa 5000 tra italianismi e venetismi. E’ stata da parte sua una stima parziale, visto che poi l’indagine linguistica dovette essere interrotta a causa dello scoppio della guerra. Questi termini, comunque, sono oggi in gran parte obsoleti.

Molti venetismi – o parole greche che presentano influenze venete – di sicura (o molto probabile) provenienza sono entrati nello stesso neogreco standard. Tra quelli ancora presenti possiamo ricordare:

  • αβαράρω (avaràro) = varare (naut.) (cfr. ven. avarar);
  • βελούδο (velùdho) = velluto (cfr. ven. veludo, termine che già era entrato in età bizantina);
  • καδένα (cadhèna) = catena (naut.); catena dell’orologio (cfr. ven. cadena);
  • καμινάδα (caminàdha) = canna fumaria (cfr. ven. caminada);
  • καρέκλα (carècla) = sedia (cfr. veneto carèga, a loro volta dal greco antico καθέδρα);
  • κατσαρόλα (catsaròla) = casseruola (cfr. ven. cazzaròla);
  • κονσεγιέρης (consejèris) = consigliere (cfr. ven. consegier);
  • λαμαρίνα (lamarìna) = lamiera; latta (cfr. ven. lamarin);
  • λα(γ)ούτο (lagùto – laùto) = liuto (cfr. ven. laùto);
  • μαϊνάρω (mainàro) = ammainare (naut.) (cfr. ven. mainar);
  • μαραγκός (marangòs) = falegname (cfr. ven. marangon);
  • (μ)περγαντί (bergandì – pergandì) = brigantino (cfr. ven. bergantin);
  • μπάρμπας (bàrbas) = zio (solo nella lingua popolare); appellativo dato a persone anziane (cfr. ven. bàrba [zio]);
  • παστιτσάδα (pastitsàdha) = pasticcio (cfr. ven. pastizzada);
  • περούκα (perùca) = parrucca (cfr. ven. peruca);
  • πομάδα (pomàdha) = pomata (cfr. ven. pomada).

Inoltre, da segnalare l’origine veneta del suffisso neogreco -άδα (-àdha; cfr. ven. -àda), corrispondente all’italiano -ata: ad es. πορτοκαλάδα, aranciata (portocalàdha).

Bibliografia

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