Vincente storiche e fantasie mitologiche , eventi bellici e personaggi scvolpiti in mondo indelebile nella memoria collettiva. La Grecia e le sue isole hanno fatto da sfondo, negli ultimi 50 anni, a film che hanno scritto la storia del cinema e sono stati in grado di creare dei veri e propri flussi di “ turismo cinematografico”.

“Perdersi” a Kastelòrizo
Tra i lungometraggi realizzati sul suolo ellenico uno dei più famosi è senz’ altro Mediterraneo , girato a Kastelòrizo ( Dodecaneso )e premio Oscar nel 1992 come miglior film straniero. Merito della regia di Gabriele Salvatores e della bravura degli attori che hanno saputo interpretare tutta la poesia di un gruppo di soldati italiani dimenticati su un’ isola greca per tre anni, a partire dal 1941.
Ma la riuscita del film sta certamente anche nella scelta del set: Kastelòrizo appunto, con le sue atmosfere rarefatte da ultima frontiera del mondo conosciuto, perfette per far si che i protagonisti si “ perdano” ritrovando poi gradualmente, sotto le incrostazioni imposte dalla “civilizzazione”, la loro vera identità.

Rodi e il suo mito
Diverso è il caso di Rodi, sfondo del celebre il colossso di Rodi, girato nel 1961 da un giovanissimo Sergio Leone con un’ altrettanto giovane Lea Massari: il colosso di cartapesta, i costumi, gli occhi bistrati e la acconciature “da statua greca” fanno della pellicola un classico del genere mitologico- kolossal “ anni Sessanta”, e il film trova il suo culmine nelle scene finali del terremoto che tutto travolge, malvagità umane e colosso compressi.
Ma se Rodi brilla soprattutto nel genere antichizzante, almeno un’ altra pellicola ha scelto l’ isola come sfondo per fatti più recenti, ambientati durante il secondo conflitto mondiale.
I cannoni di Navarone, girato a Rodi nel 1961 da Jack Leee Thompson con un cast formidabile ( tra gli altri, Gregory Peck, Anthony Quinn e David Niven) e centrato sulla liberazione dell’ siola di Kèros, presa dai nazisti e protetta dai cannoni dell’ isola di Navarone.
Curiosità: I colonnelli greci, al potente dal 1967 al 1974, gradirono tanto l’ indiretto battage pubblicitario che regalarono ad Anthony Quinn un’ intera baia di Rodi, a Ladikò, appena a sud a Faliraki ( baia di Anthony Quinn).

Il sirtaki a Creta
Zorba, basta la parola. Il leggendario personaggio portato sullo schermo da Anthony Quinn evoca di per se stesso un mondo fatto di amicizia, lealtà e incrollabile ottimismo di fronte alle avversità ( e alle tragedie) della vita. Il film Zorba il greco è del 1964, e a filmarlo fu Michalis Kakogiannis. Il romanzo da cui è tratto è Alexis Zorbas, scritto dalla gloria letteraria cretese Nikos Kazantzakis. Vi si racconta la vicenda dello scrittore inglese Basil, giunto a Creta sulle tracce di un’ eredità e rifiutato, perché straniero, da tutti, a eccezione dell’ ottimista e “ muscolare” Zorba che diventerà suo maestro di vita. Nella tramma amore e tragedie si intrecciano ( sia la vedova con cui Basil avvia una relazione sia la moglie di Zorba moriranno, né i due riusciranno a far partire la maniera ereditata dall’ inglese ), ma l’incrollabile fiducia nella vita e la positività di Zorba, resa con incredibile fiducia maestria da Anthony Quinn – che peraltro vanta sangue greco nelle vene _ costituiscono il vero significato del film. Le musiche di Mikis Theodorakis, sulle cui note venne creato il sirtaki ( fu inventato durante le riprese per semplificare il tradizionale hasapiko che risultò troppo faticoso per gli attori), sono tra le più famose della Grecia. Il lungometraggio fu girato a Creta tra Apokoronas e la penisola di Akrotiri, ma la scena del ballo ebbe per set la spiaggia di Stavros.

Il ragazzo sul delfino
Fedra ( Sofia loren), è una pescatrice di spugne all’ isola di Hydra, del mar Egeo, in Grecia. Un giorno, durante un’immersione, trova un reperto storico raffigurante un ragazzo che cavalcava un delfino. Lei allora, decide di dirigersi verso Atene per informarsi sul reperto. Lí incontra Jim Calder, un giovane archeologo americano che si preoccupa di sistemare il prezioso cimelio. Un ricco signore, Parmalee, però, cerca di comprare la statuetta promettendo a Fedra grosse ricompense. Calder riesce a fermare Parmalee e sposa Fedra. È il primo film americano di Sofia Loren che oltre a recitare in inglese canta in greco moderno la canzone “What is this thing they call love” (“Tι΄ναι αυτό που το λένε αγάπη” scritta da Tony Maroudas (el)) in un duetto con lo stesso autore in un locale sulla spiaggia. A causa della disparità di altezza tra i due protagonisti, l’attore americano Alan Ladd fu costretto a recitare su di una scatola.

A tempo di musica!
Teatro delle riprese dei film Mamma Mia, ispirato dalle canzoni degli svedesi ABBA, la tranquilla isola di Skopelos è asurta agli onori delle cronache ed è divenuta una delle mete più richieste del panorama turistico ellenico. Se la frizzante simpatia del musical ha attirato i favori del pubblico, un cosi grande interesse è sicuramente da ai bellissimi paesaggi proposti dal film. Terra di viti e ulivetti, di spiagge rocciose e case colorate. Skòpelos ha la sua più celebre attrazione nella cappella di Agios Ioannis., pittorescamente aggrappata a uno scoglio altro quasi 100metri. Altre isole furono utilizzate come set di alcune scene del film: Skiathos con il suo vecchio porto e la spiaggia di Koukounariès.

Before Sunrise, Sunset & Midnight: una storia, tre viaggi
Prima della Mezzanotte: qui Jesse e Celine non si trovano in città, ma in vacanza in Grecia. Il film inizia all’aeroporto di Kalamata, nella regione di Messene. I due soggiornano nella villa di Sir Patrick Leigh Fermor, passeggiano fino al castello di Methoni, vanno alla scoperta del piccolo villaggio di Platsa e come ultima tappa prima dell’hotel si fermano sul porto di Kardamyli.

Eleni Sarikosta